Alice è tornata
Bentornata Alice! Di Tiziana Santarsiero è il libro dell’inquietudine, del senso di vuoto che ti coglie all’improvviso per non lasciarti più. La tematica, inevitabilmente, attrae e al contempo respinge, in un’ambivalenza di sentimenti facile da sperimentare, ma difficile da sostenere. Comunque affascina. I protagonisti, Tiziana, Meri, il Cappellaio matto, la Lepre marzolina, Piripipù, Bindolo Rondolo, Ramni e quanti altri ruota nel loro entourage esprime nei vissuti e nei comportamenti il vuoto dell’anima, che corrode la loro vita di uomini e donne mai cresciuti, che ancora confidano nella magia dell’essere e forse nell’amore, quello vero, appagante e risolutivo di ogni angoscia. Il benessere, il successo, l’agiatezza non sono sufficienti per vincere il magone che attanaglia tutti loro ogni giorno di più. Forse sono felici ma non ne hanno assolutamente la consapevolezza, pertanto si arrovellano tra luoghi comuni e improvvisi, quanto stanchi, slanci vitali.L’eterno conflitto tra ragione e sentimento appare in tutta la sua drammaticità e la sua ambiguità. In questo continuo gioco delle parti l’unico elemento concreto e stabilizzante è rappresentato dall’interlocutore, il fratello, vicino e lontano al contempo, che attraversa l’esistenza di Tiziana e dei suoi amici, assillati da mille e più insoddisfazioni. Riesce col suo esempio e con la sua determinazione a godersi ogni attimo del giorno a dare voglia di essere a chi è fermamente convinto che nulla di positivo possa ancora accadere. In sostanza diviene il faro di riferimento per naviganti esausti, sballottati dalle onde, portandoli a scoprire la magia della vita, nella sua semplicità e nel suo quotidiano.Come dice John Lennon: La vita è ciò che ti accade mentre tu sei impegnato a fare altri progetti.Poche sono le pause che l’autrice concede, molti invece gli input per osservare, capire e indagare su tutto quanto riguarda i protagonisti, messi a nudo nella loro fragilità, quasi scorticati, mentre percorrono inconsapevolmente il margine del baratro reale e metaforico del mai vissuto.Riesce a utilizzare con maestria un proprio linguaggio, agile e gradevole, nell’espressione del flusso degli eventi e nello scorrimento del tempo narrativo.A un certo punto ci dice:“La difficoltà di farmi comprendere dagli altri e la difficoltà degli altri di comprendermi, sono errori da dividere a metà.”L’autrice ci porta con mano a riflettere su di lei e su noi stessi. Non sempre però questo è piacevole, talora anzi è inquietante.Le vicende di Tiziana diventano, sotto lo sguardo del lettore, una storia raccontata con stile sicuro che si accompagna a soluzioni di struttura che ne fanno un lavoro letterario maturo. E’ in definitiva un libro avvincente, capace di coinvolgere con una storia di rara potenza narrativa.
Giuseppe Salzano
ASPETTI DELL’ADOLESCENZA
di Lucio Mercogliano
La prevenzione del disagio giovanile è una tematica di estrema rilevanza, con la quale ci si confronta molto spesso nel quotidiano. Pertanto è indispensabile essere in grado di coglierlo sul nascere, prima cioè che diventi patologico e riuscire così a operare in modo adeguato, rifuggendo da stereotipi e da vuoti assunti dogmatici.Il libro di Lucio Mercogliano è una guida efficace soprattutto per coloro che operano nel campo del disagio minorile e della problematiche adolescenziali, secondo una comune cultura di integrazione e di cooperazione. E’ una possibilità di formazione specifica al lavoro con i ragazzi con una corretta definizione dei limiti e delle possibilità di intervento.Rappresenta inoltre una fonte di valutazione sulle risorse esistenti e sui bisogni espressi di una società in rapida evoluzione, dove il giovane non può essere visto come esecutore passivo di norme prestabilite, ma individuo in grado di formulare proprie ipotesi, di confrontarsi di continuo con il sociale, nei suoi vari aspetti e di acquisire competenze e abilità espressive, comunicative, economiche tali da garantirgli il massimo di identità e di autonomia nel contesto di cui fa parte.
Giuseppe Salzano
Di turbe e di sbronze
Di turbe e di sbronze
di Victor De Paoli
Di ombre e di luci è il percorso del poeta che cerca nell’acerbo gusto dei versi non nostalgie o sogni ma il senso della vita. Rari sono i momenti di gioia intensa, forse neanche scientemente perseguiti; senz’altro più frequenti gli attimi di incertezza o di vero scoramento dai quali però trarre elementi utili per continuare a credere. L’uso accorto delle parole veicola l’appalesarsi di pensieri e sentimenti altrimenti legati a più intimi ricetti se non all’oblio. Ogni cosa assume il suo significato. Le rime, si sa, esprimono al meglio la sublime arte creativa dello scrivere che, più di ogni altra, consente di allontanarsi dalla imperfezione umana mentre ci si avvicina alla perfezione divina. L’autore, con agile maestria, accompagna il lettore con mano ben ferma a riflettere non solo sulla sua opera ma anche e sopratutto su se stesso. Non sempre questo è piacevole, talora anzi è inquietante. Una lirica può contenere l’assoluto e chi la crea ne è consapevole. Se ne può trarre gioia o panico, dipende da molte variabili, spesso imperscrutabili. La pratica dell’umiltà è la strategia vincente: protegge dall’angoscia.Talora, mentre le dita corrono veloci sulla tastiera, la mente, libera da rigidi stereotipi, segue le orme di recondite urgenze, rimaste inappagate, e scopre tra le pieghe del tempo, insospettate possibilità di essere. La sfida è perseguirle!
Fiabe
di Filomena (Lina) Maurano Materazzi
Ho infilato il libro della signora Lina, l’ho sempre chiamata così, su uno scaffale della mia biblioteca, nello spazio vuoto fra un volume di Fisica e un’antologia di poesie. Ho aspettato il tempo giusto per leggerlo. Volevo essere pronto. In un pomeriggio grigio, di tempo e di umore, l’ho preso con me ed ho cercato la sua compagnia. Avevo bisogno di calore e l’ho trovato tra le pagine e le parole di chi da sempre mi ha raccontato stralci di vita vissuta con la semplicità di un essere destinato a rimanere speciale nel mio divenire. Questa raccolta di fiabe per bambini e per adulti vuole dare voce, lo so, lo sento, a un mondo in via d’estinzione, ma che ancora ha l’energia giusta per testimoniare la sua esistenza, sebbene parzialmente celata dal brutale imbarbarimento del contesto sociale, ormai privo di quella poesia tipica di un tempo diverso da questo. Affidiamoci alla dolce fantasia dell’autrice e lasciamoci guidare dalla leggerezza del suo scrivere.
Giuseppe Salzano
Il Castello bianco
di Orhan Pamuk
La conciliazione degli opposti è stato, è e sarà uno dei temi di maggiore speculazione nei vari campi dello scibile. Da sempre il doppio, il diverso da sé, insomma l’ALTRO è oggetto di interesse per quanti si cimentano nello studio dell’intima essenza dell’uomo. La tematica, inevitabilmente, attrae e nel contempo respinge, in un’ ambivalenza di sentimenti facile da sperimentare, ma che comunque affascina. La mitologia, la storia, la letteratura e altre discipline ci portano non pochi esempi di contrapposizione, che allontanano e al contempo misteriosamente avvicinano gli opposti. Seguendo un percorso ideale nel labirinto intricato della trama ho seguito il filo di Arianna della mia curiosità. Mi sono addentrato con il dovuto rispetto in un arcipelago di conoscenze, tra isole e scogli, in un mare spesso burrascoso. Ho conosciuto e amato protagonisti assoluti e personaggi minori, sollevando quel velo di bruma che li copriva. Il piacere di ritrovarli nella loro intima essenza e di rinvenire elementi comuni nel loro impegno è stata la vera scoperta di un viaggio meraviglioso intrapreso per mera curiosità, ma proseguito con estremo piacere.
Giuseppe Salzano
Il treno dell’ultima notte
di Dacia Maraini
Amore e angoscia sono gli unici compagni di viaggio nel treno dell’ultima notte che viaggia lentamente in un’insolita dimensione, sospesa tra passato e presente. Nulla è come ci si aspetta che sia, ogni cosa assume caratteristiche diverse a seconda del momento.Maria Amara sfiora e accarezza con inconsapevole levità vicende umane di ineguagliabile intensità in un’Europa ancora sconvolta dall’immane tragedia della Seconda guerra mondiale. Conosce uomini, donne e bambini, feriti nella mente e nel corpo, che si aggirano incerti in una realtà difficile da considerare tale.Tra vecchie lettere sciupate dal tempo e le pagine scolorite di un diario arrivato fino a lei per vie misteriose, trova il filo conduttore di una vicenda che coinvolge tutto quello che è stato e sarà nella sua vita. Il lettore, incredulo, legge e medita, mentre trova spazio a sedere negli sgangherati vagoni, frequentati da frammenti di un’umanità alla disperata ricerca di se stessa.
Giuseppe Salzano
La lunga attesa dell’angelo
di Melania G. Mazzucco
Si può amare una città talmente tanto da legare la propria esistenza ad essa senza riserve, come alla più esigente delle amanti? Jacomo Robusti, in arte Tintoretto, anima le pagine dell’avvincente romanzo della Mazzucco con le vicende di una vita, turbolenta e avventurosa, legata a doppio filo con la Serenissima Venezia, ricca e potente realtà, inafferrabile nella sua più intima essenza, nonché presenza strordinaria nel polimorfo panorama del Cinquecento. Sullo sfondo delle vicende personali e familiari del geniale artista affiorano la minaccia armata dei turchi, la celeberrima battaglia di Lepanto, la drammatica epidemia di peste, la cupa pressione sociale della Santa Inquisizione, il vacillare del Sacro Romano Impero. In unmirabolante caleidoscopio di storie indimenticabili e di personaggi straordinari il pittore brilla con la sua geniale unicità. Ama ed è amato, combatte ed è combattuto, allontana ed è allontanato. Marietta, figlia ileggittima, musa ispiratrice, compagna nell’arte e nella vita, lo venera, lo stimola, lo costringe a confrontarsi con se stesso anche negli aspetti più bui del suo essere. Al contrario Faustina, la moglie perfetta per un matrimonio non perfetto, svolge appieno il ruolo di unico elemento concreto e costante in una famiglia che è un coacervo di personalità molto disparate. Melania G. Mazzucco ci ragala un libro che si può godere come un dipinto. Tante sono le sfumature che accompagnano le macchie di colore più decise!
Giuseppe Salzano
Le chiese nella piana del Sele
di Giuseppe Barra
Ho letto questo scritto senza fretta, di sera a conclusione di giornata, quasi centellinandolo come un buon vino d’annata, e ho provato una passione crescente per un territorio che non finisce mai di stupire per le sue invidiabili eccellenze. Nello svolgersi dei secoli nella Piana del Sele la pietà popolare e la munificenza di casati illuminati hanno portato alla realizzazione di luoghi di culto di indiscussa sacralità e di mirabile potenza architettonica, sublimando l’innegabile necessità umana di confrontarsi e magari di avvicinarsi al divino. Cattedrali, santuari, chiese, cappelle, di stili e di epoche diverse, impreziosiscono un’area molto estesa e popolosa, che ha visto e patito il succedersi di invasioni e di dominazioni, senza però mai perdere una peculiare ed orgogliosa identità. Testo gradevole e illustrazioni interessanti accompagnano il lettore, nello svolgersi delle pagine, con la premurosa cura di un caro amico che ha profondamente a cuore il piacere di chi si è affidato per esplorare e per gustare una realtà che lascia intravedere, in trasparenza, un significato ulteriore, tutto da scoprire. Anno dopo anno, con rinnovato stupore e pregevole ottimismo, Giuseppe Barra, Peppe per tutti, impareggiabile e prolifico direttore del Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio” di Eboli, con la sua opera instancabile di attento ricercatore di aneddoti, spigolature ed eventi nascosti tra le pieghe polverose della Storia, sta costruendo, in laboriosa umiltà, un patrimonio letterario importante e unico nel suo genere a beneficio di tutti. Approfittiamone dunque! Seguiamo con slancio ed entusiasmo le sue orme, appena accennate con timido passo, sulla sabbia del nostro lungo percorso di conoscenza.
Giuseppe Salzano
Un giorno ancora
di Mitch Albom
Quando hai perduto una persona cara, e ti ricompare davanti, è solo la mente che si ribella. Il cuore no. È questo il punto centrale di una storia a tratti surreale che si svolge e si annoda attorno ad un insperato incontro del protagonista, Charles “Chick” Benetto, con la madre, morta otto anni prima. Nel momento più difficile di una vita per gran parte sprecata alla ricerca di irraggiungibili obiettivi, avviene un evento drammatico che consente il realizzarsi di un sogno che cambierà per sempre la vita di chi vive e di chi legge il racconto. Nessuna banalità in questo scritto, solo tanti spunti di riflessione sul significato di essere.
Giuseppe Salzano
Il giorno prima della felicità
di Erri De Luca
“Cominciai a leggere quei libri, seduto sulla scala a pioli, dove entrava luce…Così presi il vizio di leggere.” Lo smilzo, orfano di genitori mai conosciuti, ci introduce nel suo mondo, tra quel che sta sopra e quel che sta sotto, in una città unica e misteriosa, Napoli, gravata fino allo sfinimento da molteplici problemi ma riscattata da una storia ineguagliabile.Si confronta con il suo mentore, don Gae-tano, portiere tuttofare, che lo assiste e lo guida, con saggi suggerimenti, negli anni della sua difficile formazione. “Intanto non la chiamare gente, sono persone, una per una. Se la chiami gente non fai caso alle persone.” gli raccomanda e poi ancora: “ L’italiano va bene per scrivere, dove non serve la voce, ma per raccontare un fatto ci vuole la lingua nostra che incolla bene la storia e la fa vedere”. Il ragazzo, meno solo al mondo di quanto in premessa si possa credere, persegue la ricerca della felicità e la troverà o meglio avrà in sorte di sperimentare con Anna, la donna del Fato, il giorno prima della felici-tà, che forse vale anche di più.
Giuseppe Salzano
Il giardino dell’eterno peccato
di Ernesto Maria Volpe
Il giardino dell’eterno peccato, dominato dalla maestosa e misteriosa casa padronale, è un luogo frequentato dalle nostre fantasie che si nutrono di colori, suoni e sapori mutuati dal mondo dei sogni. Raimondo, giardiniere tutto fare con contratto a sei mesi non rinnovabile, interpreta al contempo il ruolo del protagonista principale e quello dell’osservatore o meglio del lettore che si identifica in lui per muoversi tra aiuole variopinte e cespugli rigogliosi alla ricerca della verità, qualunque essa sia. Tra vicende familiari, di alterna fortuna, incontri straordinari e scoperte intriganti fiori e frutti riempiono la scena. Sentimenti ed emozioni si rincorrono nell’aria dolce dell’estate agropolese, mentre la trama si svolge con stile dolce e accattivante fino all’inaspettato epilogo. Si chiu-de con questa opera la trilogia del Cilento magico, iniziata da Ernesto Maria Volpe con La lampada di Davy e proseguita con Le ombre di agosto.
Giuseppe Salzano
Vergogna
di J.M.Coetzee
“Per un uomo della sua età, cinquantadue anni, divorziato, gli sembra di avere risolto il problema del sesso piuttosto bene.” Questo l’incipit, essenziale e al contempo potente, col quale il Premio Nobel 2003 J.M.Coetzee ci cattura e ci trasporta nel crudo racconto che ha come protagonista David Lurie, docente di Scienze della comunicazione alla Cape Technical Univer-sity. Una brutta vicenda di molestie sessuali nei riguardi di una sua allieva, Melanie Isaacs, allontana forzatamente, appunto con Vergogna, David dalla sua quotidianità e lo catapulta nell’aspra campagna del Sudafrica post-apartheid, dove cerca di ritrovare non solo se stesso ma sopratutto l’essenza del rapporto con la sua unica figlia, Lucy. Ma lo ritrova davvero? Personaggi ben tratteggiati prorompono con energia nella trama, abilmente tessuta dall’autore, e fanno da contorno a una storia intensa, a tratti violenta, sul filo sottile e delicato del rapporto padre figlia e non solo.
Giuseppe Salzano
Il cubo di Marzapane
di Christina Caflisch
“Oggi osservo la mia mano impugnare la penna e volare sul foglio bianco lasciando impresse righe di vita vissuta con una facilità che non avrei mai pensato.”Ogni libro lascia una impronta in chi ha la ventura di leggerlo e da questa traccia si può partire per qualsiasi viaggio, reale o metaforico che sia. Se lo scritto è autobiografico ancor più profondo è il solco che traccia. Una storia, quella di Christina Caflisch, raccontata in punta di penna, con grande delicatezza, linguaggio scorrevole e accorta introspezione. Quasi un acquerello dove il blu intenso degli occhi di sua figlia Lisa si incontrano col bianco purissimo della culla di pizzo sangallo donata dal nonno Mario e col vivido arcobaleno della voglia di essere. Con passo leggero il lettore segue il cammino, lungo un percorso in continua evoluzione, di una madre e di una figlia, legate da un filo sottile ma tenace di speranza condivisa e da un magico alone di amore e di amicizia, dove si affacciano volti di persone care, come Chiara, Pierpaolo, Annunziata, Luciana, Ernesto, Carl e David Delacato. Questi ed altri hanno collaborato non poco affinché si seguisse la “strada che avrebbe trasformato un “cubo” in un meraviglioso, libero gabbiano” verso la soluzione di un importante problema come l’Autismo. Il cubo di Marzapane è un inno alla vita, alla fede, alla determinazione di perseguire i propri progetti guardando sempre oltre i tanti ostacoli che inevitabilmente si profilano nel quotidiano di ognuno. L’ho fatto mio, ormai mi appartiene. “Ora che l’ho portato a termine so che questo libro l’ho scritto per dare speranza a coloro che ancora non hanno avuto la possibilità di accenderla nei loro cuori, a coloro che non hanno ancora incontrato le persone giuste, quelle che hanno saputo dare a me forza, coraggio, speranza e verso le quali la mia riconoscenza non sarà mai abbastanza, …”
Giuseppe Salzano
Il processo di Caf…ka
di Corrado Caso
Racconto o romanzo? Forse è più corretto considerare il lavoro di Corrado Caso, dedicato con affetto ai medici di famiglia, uno spunto per una pièce del teatro dell’assurdo. Piacerebbe sicuramente a Eugène Jonesco e a Samuel Beckett. Le tavole del palcoscenico sono senza alcun dubbio già pronte ad accoglierlo con l’implicito consenso di Franz Kafka. Giuseppe C. è, suo malgrado, il protagonista assoluto di una intricata vicenda giudiziaria che si svolge tra sogno e realtà. La trama si sviluppa con una serie di sorprendenti e subentranti colpi di scena che portano il lettore, sempre più coinvolto nella ricerca della Verità, ad interrogarsi sul fondamentale diritto dell’uomo ad essere tutelato dalle istituzioni che lo rappresentano. Pasquale Esposito, Super Ispettore nonché Super Ragioniere dell’ Asl, è, per il nostro sventurato dottore, la rappresentazione di una fantomatica autorità con potere pressoché assoluto sul suo destino, quasi un novello Torquemada. Sarà lui a introdurre Giuseppe-Josef in un incubo inimmaginabile che lo porterà a confrontarsi con la sua fragilità di uomo semplice e profondamente onesto. Altri controversi personaggi si affacceranno da dietro il sipario come il Giudice, il Poliziotto, il Cancelliere, l’Avvocato e la Segretaria ma in nessuno si potrà identificare una traccia di umana comprensione per l’angoscia dilagante del Dottor Giuseppe C. Dovrà sbrigarsela da solo e lo farà!
Giuseppe Salzano
La tregua
di Mario Benedetti
“È evidente che Dio mi ha riservato un destino oscuro. Non proprio crudele. Semplicemente oscuro. È evidente pure che mi ha concesso una tregua. All’inizio, mi sono rifiutato di credere che potesse essere la felicità. Mi sono opposto con tut-te le mie forze, poi mi sono dato per vinto, e ci ho creduto. Ma non era la felicità, era solo una tregua. Adesso, sono nuovamen-te preso nel mio destino. Ed è più oscuro di prima, assai più oscuro.”
Questa è la dura considerazione che e-merge dal diario di Martìn Santomé, pro-tagonista assoluto del magnifico racconto dell’uruguayano Mario Benedetti. Egli è di fatto un perfetto antieroe alle prese con una difficile quotidianità lavorativa ed af-fettiva. Nel leggere lo scritto si rimane più volte colpiti dallo stile impeccabile dello scrittore. Ogni frase, ogni considerazione, ogni commento è magistralmente inserito dal narratore nel lento svolgersi di una storia che riesce a colpire per la sua sin-golarità. Anche il finale è di grande effetto.
Insomma un gran bel libro, che è riuscito ad ottenere una meritata notorietà inter-nazionale.
Giuseppe Salzano
Destinatario sconosciuto
di Kressmann Taylor
In questa opera Kathrine Kressmann Ta-ylor, autrice americana di origine tedesca nota ai più per il romanzo Senza ritorno, offre alla nostra attenzione un epistolario molto singolare che intercorre tra due a-mici nonché soci in affari. Uno, Max Ei-senstein, ebreo americano, l’altro, Martin Schulse tedesco. L’oceano li separa e gradualmente anche altro. Sono gli anni trenta del secolo scorso, quando la Germania vive la rapida ascesa al potere di Adolf Hitler con tutti i conse-guenti e radicali sconvolgimenti politici e sociali. Il tono delle lettere, che attraversano una distanza sempre maggiore, in quanto non solo geografica ma prevalentemente ideo-logica, muta con il mutare dei tempi. Con amarezza leggiamo il progressivo al-lontanarsi dei due protagonisti di una em-blematica vicenda umana che non li vedrà più in un rapporto di serena amicizia, ma anzi su posizioni diametralmente contrap-poste, inconciliabili.
L’epilogo poi è tutto da scoprire.
Giuseppe Salzano
IL TRAINING AUTOGENO
di Patrizia Del Verme
Questa interessante pubblicazione della dottoressa Patrizia Del Verme non ha la presunzione di voler essere un saggio scientifico, bensì ha la leggerezza di un pamphlet, di un manuale divulgativo, rigorosamente scientifico ma, al contempo, molto maneggevole ed efficace, basato sulla sua lunga esperienza professionale. L’autrice, partendo dagli studi sull’ipnosi di illustri autori, quali Schultz, Hoffman, Bazzi ed altri, ci illustra le basi sulle quali nasce questa tecnica non di semplice rilassamento, che risulta essere solo un “effetto collaterale” del mutato equilibrio psicofisico, ma di vero trattamento con mezzi psichici e con finalità preventive, curative, di rafforzamento delle terapie mediche, nonché, in determinati casi, diagnostiche. Quindi il soggetto viene messo in condizioni di modificare atteggiamenti e comportamenti inadeguati, riappropriandosi della gestione del proprio benessere in un processo di autodeterminazione.Si mira, in definitiva, ad ottenere un riassetto psicofisiologico, non basato sulla suggestione o sull’ipnosi, e di conseguenza un ridimensionamento spontaneo delle emozioni negative. È utile quindi nel controllo dello stress, così diffuso nello stile di vita occidentale, dell’ansia, dell’ipertensione arteriosa, dell’emicrania, degli attacchi di panico, nello sport. Per imparare gli esercizi sono necessari circa sei mesi, con un costante impegno quotidiano. Il termine training significa appunto allenamento.
Giuseppe Salzano
MORIMONDO
di Paolo Rumiz
“Un fiume lo conosci solo se lo navighi.” Ed è questo che fa l’autore di questo originale diario di viaggio. Seguendo il corso d’acqua più grande d’Italia, senza fretta, dai piedi del Monviso fino al delta ci propone una singolare avventura che ha il sapore di un percorso di formazione e di crescita. “Perché ogni partenza è un salto nel vuoto.” Nello svolgersi della vicenda, un insieme eterogeneo di naviganti si lascia portare dalla corrente, a volte rapida altre volte fin troppo lenta, alla ricerca dell’essenza del Po. “Entravo in un mondo sconosciuto. Avevo percorso mari ma mai un fiume intero”. Sulle rive, a tratti paludose, le osterie offrono ricetto con un variegato assortimento di pietanze e di vini che illuminano anche le notti più buie, mentre “il popolo” del fiume incanta con le sue infinite leggende, tramandate di padre in figlio sul filo sottile della memoria. “Ed era lì la cosa più bella: essere trasportati, ascoltare e guardare senza far nulla. Diventare fiume.”
Giuseppe Salzano
IL FANTASMA COL PASSAMONTAGNA
di Massimo Balsamo
Un libro autobiografico di grande efficacia nello stile e nei contenuti. Il ritmo è coinvolgente fin dall’incipit: “Di cognome faccio Balsamo, proprio come il ”Conte di Cagliostro”, il famoso alchimista. Potrei essere un suo discendente, ma l’unica realtà che per ora mi accomuna con l’avventuriero palermitano, mio trapassato avo, è il carcere! Perenne realtà che mi vede in catene. Ma nella mia storia non è sempre stato così.” Si snoda così, in pregevoli virtuosismi letterari, una problematica vicenda umana, infarcita di emozioni autentiche, molto disparate ma sempre intense. Massimo, da perfetto compagno di viaggio quale è, ci accompagna nei vicoli reali e metaforici della sua città, nei quali si confondono eroi e malfattori, nelle auto che sfrecciano su strade e autostrade che portano verso avventure senza vie d’uscita, nelle comunità di recupero che non sempre recuperano anzi, in penitenziari che soffocano la speranza di rinascita e in realtà come l’ICATT di Eboli che fanno ben sperare sull’efficacia delle Istituzioni pubbliche. Insomma un bel libro con un gradevole retrogusto, come un buon caffè espresso!
Giuseppe Salzano
LA VITA DAVANTI A SE’
di Romain Gary
La vita davanti a sé, Prix Goncourt 1975, è un gradevole affresco a tinte vivaci di un piccolo quartiere di periferia, Belleville, di una grande città, Parigi.
Dall’opera emergono personaggi insoliti, surreali, a tratti grotteschi, ma al contempo accattivanti e sempre ben tratteggiati e, quindi, facilmente riconoscibili qualora il lettore si trovasse a passeggiare per le strade affollate del banlieue multietnico percorse da Momò, ragazzino di probabili origini arabe, figlio di nessuno, prediletto di Madame Rosa, una vecchia prostituta ebrea che gestisce in modo molto approssimativo una sorta di ricovero per bambini abbandonati. Il lituano Gary, al secolo Romain Kacev, scrive, di fatto, una storia avvincente che ricorda non poco l’Oliver Twist di Charles Dickens ma con un linguaggio attuale, secco, incisivo. Nulla è lasciato al sentimentalismo vittoriano, anzi la crudezza di certe pagine ci riportano a Les misérables di Victor Hugo, che pure è citato più volte nel romanzo dal vecchio e saggio Hamil. L’ingenuo Banania, l’anziano dottor Katz, il signor Waloumba e i suoi compagni della comunità, i fortissimi fratelli Zaoum, il travestito Madame Lola e il ruffiano N’Da Amédée ruotano intorno alla vicenda di amicizia e di amore tra il piccolo trovatello e la reduce di Auschwitz, donando affetto e calore umano in un contesto sociale fortemente degradato, ai margini più estremi di una fascinosa metropoli. Una grande opera di un romanziere eccellente.
Giuseppe Salzano
A UN CERBIATTO SOMIGLIA IL MIO AMORE
di David Grossman
Leggere questo libro, di uno dei narratori contemporanei più interessanti e intriganti, è come entrare in una centrifuga ed azionare il pulsante di avviamento. Ti scombussola, letteralmente.Ti lacera, lasciandoti senza fiato! Di fatto senti dentro di te un urlo forte, ancestrale che si fa spazio tra emozioni contrastanti e ti lega indissolubilmente ai tre protagonisti del racconto: Avram, Orah e Ilan. A tratti Adam e Ofer, figli di un trio di inestricabili sentimenti, emergono con prepotenza nella storia, riempiendo ogni spazio, anche il più recondito, della complessa trama che si sta svolgendo, ridefinendola. È un racconto a più voci e a tenere il filo del tutto é un viaggio, quasi una marcia, lungo e faticoso, senza una meta ben definita in un Paese, Israele, sempre in guerra contro nemici reali e virtuali. “E’ come camminare con in mano un pennello e una latta di vernice, si vedono sempre nuovi punti da ripassare.”Complimenti, Grossman, e grazie per questa splendida avventura di vita che hai voluto condividere con chi, come me, ha avuto la ventura di imbattersi nel tuo scritto.
Giuseppe Salzano