Tre racconti, tre perle. Questo è il commento secco, che ho pronunciato a me stesso quando, a notte inoltrata, ho finito di leggere, d’un fiato, le bozze di “Tra i fili dell’ordito”, l’ultima fatica letteraria di Giuseppe Salzano. A questo punto, avrei voluto chiamarlo per comunicargli le emozioni che le sue storie avevano suscitato. Non l’ho fatto solo per rispetto al suo meritato riposo. Non avrei potuto svegliarlo alle tre di notte. Anche se avvertivo forte la voglia di trasmettergli un complimento che mi veniva da dentro.