Incontro letterario in memoria di Wilde
Ti abbraccio, Giuseppe, figlio della Grande Wilde!
Non gridare al Cielo, in questi casi non risponde, perché ogni cosa deve tornare alle sue origini per riprendere forza e continuare a vivere.
Ha portato con sé il tuo primo vagito, i primi passi, il primo giorno di scuola, i tuoi successi, la tua Poesia.
Hai riempito il suo cuore con la tua gentilezza e la tua intelligenza e sarai sempre il suo “Piccolo Principe”.
I suoi baci sono ancora sul tuo viso, testimoni invisibili del suo eterno amore.
CercaLa nelle radici evanescenti che ha lasciato dentro di te e attorno a te, ora che lo spazio non le riserva più limiti nè il tempo scadenze.
Ascolta la Sua voce, cara al di là di ogni altra: ti racconta la Vera Vita non quella in prestito al destino che si condivide con tutti i nati.
Lei è immensa più del cielo che i tuoi occhi possano accogliere, più profonda dell’oceano e più rigogliosa di tutte le primavere.
In fondo, tutte le cose non sono che parziali e temporanee rivelazioni di un Tutto inconoscibile.
Cercala nel Suo mistero che un sacrario non può contenere!
Vi sono tesori riposti, che solo il dolore può portare in superficie.
Nulla di ciò ch’è naturale è senza logica e nulla vien tolto prima che sia approntata una maggiore elargizione.
Le aure della Sua nuova vita ti sfioreranno di continuo e la Sua visione ultraterrena ti conferirà saggezza e misura, in ogni circostanza, e gusterai la vera libertà dello Spirito.
Il pervenire di una Madre ai trionfi sulla fine del tempo, genera forza e conoscenza e annulla ogni paura.
Il distacco non ci priva di ciò che abbiamo, ma fa spazio a ciò che ancora non abbiamo nemmeno contemplato.
Lei è ancora di più tua Madre e tu ancora di più Suo Figlio perché questo legame non può scindersi, ma rafforzarsi, proiettandosi all’infinito.
Se solo potessimo udire il tripudio generato dal continuo miracolo della vita, ascolteremmo il canto della Madre che ha generato i mondi e tutto ciò che contengono e l’inarrestabile Amore che li lega per sempre a Sé.
E’ nel momento in cui il dolore scalza l’aspetto temporaneo, che intravediamo quello immortale delle cose che amiamo. Nulla si perde, ma tutto si riconcepisce in forma più vasta.
Nulla può morire di ciò che nasce eterno.
Se affineremo le nostra vista interiore, impareremo a vedere la vita nella morte e la morte nella vita, perchè non sono che percezioni di un unico divenire .
La Realtà Vera è talmente luminosa da accecare l’occhio, abituato a percepire i minimi mutamenti, all’interno delle grandi, inimmaginabili rivoluzioni della Vita eterna.
Nulla perde chi crede, la Fede nell’Assoluto è l’unica via che, grado a grado, palesa sapienza.e conduce, di vita in vita alla Piena Luce.
Ora, resta in silenzio, in questa tempesta senza precedenti, aspetta che Lei si faccia largo tra i veli e torni a rassicurarti in uno splendido sogno.
Mi accosto, con la mia famiglia a te e ai tuoi cari, in una vicinanza, che al di là dell’amicizia, ci riconduce alla Forza primordiale che ci vede uniti nella Vita e oltre la Vita.
Angela Furcas
Giffoni Sei Casali, 24 Febbraio 2012